Giovedì ci sarà una iniziativa promossa dai Docenti per Gaza, con l’appello “Cessate il fuoco subito”, che coinvolgerà molti docenti. Le scuole sono invitate a dedicare uno spazio per riflettere e informare gli alunni su Gaza. Non è facile. Mi sono chiesta cosa proporre a bambini e bambine di quinta. Come affrontare un tema così complesso, reale e urgente? È possibile farlo con la matematica?
Ho deciso di partire da una domanda semplice, per iniziare come sempre dal loro mondo. Ho portato in classe un'immagine della bandiera Palestinese e chiesto ai bambini: la conoscete? Sapete a chi appartiene?
Le risposte sono diventate un sondaggio: il 30% di loro non ne aveva idea, il 20% pensava fosse la bandiera del Sudafrica e il 50% di loro hanno detto che era la bandiera della Palestina o della striscia di Gaza. Da qui siamo partiti. Ho ascoltato prima di tutto quello che sapevano già. Alcuni ne avevano parlato con i genitori, altri avevano visto immagini alla TV, altri ancora ricordavano una manifestazione con studenti. Sono emerse parole come: Palestina, Israele, ebrei, guerra, religioni, territorio conteso.
Siamo poi passati a dati concreti, confrontando qualcosa di lontano come Gaza con qualcosa che loro conoscono bene: la Toscana e Pisa.
Un primo dato: la superficie della Striscia di Gaza è di circa 365 km². La superficie della Toscana è di circa 23.000 km². Gaza è quindi circa 1/63 della Toscana.
Abbiamo lavorato in gruppi, partendo da una cartina della Toscana. L’obiettivo era provare a dividerla in 63 parti equiestese, mica facile!
Un gruppo ha diviso prima in 8 parti e poi di nuovo in 8. Un altro ha tracciato strisce verticali (“se è una striscia, no maestra?”). Un altro ancora ha provato con 4 x 16 per arrivare a 64. Qualcuno ha semplicemente ritagliato la parte stimata. Abbiamo poi incollato quei pezzetti sui quaderni: ognuno con la propria “Striscia di Gaza”, più o meno uguale per area, disegnata e tagliata a mano.
Con i pezzi tagliati, abbiamo ottenuto un buco nella cartina: un buco grande circa 5 volte Gaza (perché erano proprio 5 i bambini di ogni gruppo). E così anche gli “scarti”, quelli che restavano, hanno aiutato a dare una percezione concreta delle proporzioni in gioco.
Poi abbiamo approfondito. Abbiamo confrontato Gaza con Pisa. Pisa ha una superficie di circa 185 km². Gaza è grande circa il doppio di Pisa. Pisa è una città che loro conoscono bene: l’hanno visitata, l’hanno attraversata a piedi in gita, è una città a misura di bici. Gaza è grande come due città di Pisa, una accanto all’altra. Ma la cosa più impressionante è questa: in quello spazio vivono oltre 2 milioni di persone!
📊 Dati su Gaza e su Pisa (solo la città, non la provincia)
Luogo | Superficie (km²) | Popolazione | Densità (ab/km²) |
---|---|---|---|
Pisa | 185 | 90.000 | 500 |
Gaza | 365 | 2.100.000 | 5.700 |
Come visualizzare questa densità di popolazione?
Abbiamo disegnato due spazi: uno per Pisa e uno doppio per Gaza. Abbiamo stabilito di disegnare un omino per rappresentare 10.000 abitanti.
Nel disegno di Pisa sono comparsi 9 omini. Nello spazio di Gaza, che è il doppio, non ce ne erano 18 (il doppio) ma... 210! Dati che spesso restano numeri, improvvisamente si sono materializzati.
Abbiamo così visto con i nostri occhi cosa significa densità di popolazione. Altrimenti come vedere che a Gaza vivono più di 5.000 persone per km², mentre a Pisa sono circa 500?
Per concludere abbiamo fatto un’analogia con la nostra aula: in classe siamo in 22 e stiamo bene, abbiamo spazio. Una classe doppia della nostra dovrebbe contenere 44 bambini. Eppure, se fosse come Gaza, ce ne starebbero dentro più di 440! Una proporzione impossibile da sostenere.
Oggi, proprio in quel piccolo territorio, vivono milioni di persone stipate, chiuse, senza acqua, senza cibo, senza via di uscita. Questa è la realtà di Gaza.
E poi, ironia della sorte, proprio all’ultima ora, è venuto a trovarci Michelangelo Tani, illustratore e figlio di una maestra della nostra scuola.
Ha mostrato ai bambini i suoi disegni — meravigliosi, potenti — che parlano della Shoah e dei campi di concentramento. Sta illustrando la storia di Otto Rosenberg, un ragazzo sinti sopravvissuto ad Auschwitz.
E così, senza che fosse stato previsto, un altro racconto di oppressione, di muri, di disumanizzazione è entrato in classe. Un filo si è teso tra presente e passato, tra Gaza e la Shoah. Non per fare paragoni semplicistici, ma per tenere insieme le domande, le ferite, le storie. E per imparare a guardare il mondo senza chiudere gli occhi.
Clicca qui per scaricare materiale che avevo preparato per la mia classe (e come sempre è diventato altro il lavoro fatto...) e che metto volentieri a disposizione.
Se anche te vuoi partecipare a questa iniziativa - Cessate il fuoco subito! - puoi comunicare l'adesione cliccando qui.
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