In matematica, l'errore non è un nemico da evitare, ma un prezioso alleato per chi impara e per chi insegna. Quando i bambini sbagliano, ci offrono la possibilità di capire come stanno ragionando, quali idee hanno costruito e dove si sono incagliati. Proprio dagli errori, infatti, possiamo partire per aiutarli a rimettere in ordine i pezzi, costruendo una comprensione più solida e consapevole. Senza questa attenzione agli errori, anche la valutazione perde di significato: valutare non è solo dare un voto, ma comprendere e accompagnare i percorsi di apprendimento.

Le neuroscienze confermano quanto sia importante questo rapporto positivo con l'errore. Diversi studi particolarmente mostrano che il cervello è attivo proprio quando sbagliamo, perché è impegnato a correggersi, riorganizzarsi e rafforzare le connessioni. In pratica, sbagliare fa crescere.
Un esempio interessante viene dal lavoro di Jason Moser e del suo team. Monitorando il cervello di persone alle prese con esercizi matematici, hanno scoperto che l'attività cerebrale è più intensa dopo un errore che dopo una risposta giusta. Ma c'è di più: questa reazione positiva all'errore è più forte in chi crede che l'intelligenza non sia fissa, ma si possa sviluppare con l'impegno. È la conferma di quanto sia importante il messaggio che trasmettiamo ai bambini: non si nasce bravi in matematica, lo si diventa, un passo (e un errore) alla volta.
Anche Daniel Coyle, studiando scuole e contesti in cui nascono talenti eccezionali, ha trovato qualcosa di simile. Nei percorsi di eccellenza, l'errore è sempre parte centrale dell'apprendimento. Il segreto non è nel talento naturale, ma nella pratica intensa, piena di sfide, tentativi e aggiustamenti. Questo tipo di allenamento, ricco di errori e correzioni, stimola addirittura la produzione di mielina, la sostanza che avvolge i neuroni e migliora la velocità e la precisione delle connessioni cerebrali.
Tutto questo ci dice una cosa semplice, ma rivoluzionaria: fare errori è non solo normale, ma essenziale per imparare. Per gli insegnanti non è sempre facile mettere in pratica questa idea: servire pazienza, ascolto, creatività e la voglia di mettersi in gioco, anche accettando l'incertezza di percorsi aperti. Ma è proprio lì, nel dialogo aperto sugli errori, che si costruisce una matematica più viva, inclusiva e capace di far crescere tutti.

C'è un libro edito da Artebambini che trovo sempre stimolante proporre alle classi: Sbagliando s'impara di Loricangi. E' un libro la cui atmosfera i bambini riescono a cogliere al volo, si fanno un sacco di risate e resterete sorpresi se proverete a lasciarli mettere in scena il "loro errore"...
Qui racconto la mia esperienza con il libro e la mia classe seconda.
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