Nutrire la matematica fin da piccoli

 


Per molto tempo, anche grazie alle teorie di Piaget, si è pensato che i bambini non potessero capire il concetto di numero prima dei 6-7 anni. Le ricerche più recenti, però, hanno dimostrato che non è vero: i bambini iniziano a sviluppare il senso del numero molto prima, già nei primi anni di vita. È proprio nei primi anni che si creano le basi fondamentali per lo sviluppo del pensiero matematico.

Per questo è importante nutrire la matematica fin da piccoli, seguendo percorsi che rispettino le tappe naturali dello sviluppo. Così come aiutiamo i bambini ad imparare a parlare con esperienze e stimoli linguistici, allo stesso modo dovremmo accompagnarli nella scoperta dei numeri e delle quantità, in un percorso continuo che cresce insieme a loro.

Le ricerche descrivono bene queste fasi. Già tra i 2 e i 3 anni si osserva un vero e proprio salto nello sviluppo delle abilità numeriche:

la corrispondenza biunivoca (associare un oggetto a ogni numero detto),

l’ordine stabile (contare sempre nello stesso ordine),

la cardinalità (capire che l’ultimo numero contato indica quanti sono gli oggetti),

la seriazione (ordinare oggetti in base a una caratteristica, come la grandezza).

In questa fase i bambini imparano anche le prime parole-numero e iniziano a contare, in un percorso che si consolida intorno ai 5 anni.

Un ruolo importante è svolto dalla gnosia digitale, cioè la capacità di usare le dita per rappresentare i numeri, coinvolgendo così anche il movimento e la percezione corporea. Inoltre, diventano sempre più bravi a usare lo spazio, per esempio disponendo i numeri in ordine su una linea.

Quasi in parallelo, tra i 3 e i 6 anni, i bambini imparano a leggere e scrivere i numeri, passando da scarabocchi iniziali a simboli sempre più riconoscibili.

Oltre alle abilità strettamente numeriche, è importante anche allenare alcune funzioni mentali di base:

rimanere concentrati,

giocare con le idee,

controllare gli impulsi,

cambiare punto di vista,

ricordare e usare le informazioni mentre si ragiona.

Tutte queste capacità, che fanno parte delle funzioni esecutive, aiutano i bambini a gestire meglio i loro pensieri e a costruire le basi per un buon rapporto con la matematica.

L’esercizio di queste funzioni nel periodo della scuola d’infanzia costituisce un momento essenziale dello sviluppo cognitivo del bambino, e lo sviluppo adeguato delle rispettive abilità è un fattore predittivo importante del futuro successo del bambino negli apprendimenti matematici.


In questo libro (di Sofia Gentili, Lucia Donata Nepi e Chiara Pecini) si trovano ben 12 tavole illustrate con tanti esercizi diversi che si possono sviluppare. Tutti gli esercizi sono stati studiati e pensati per andare a potenziare proprio quelle funzioni cognitive ed esecutive di cui parlavo sopra. 

Un gufetto accompagnerà il bambino nel percorso, i problemi e le sfide che il gufetto dovrà affrontare diventeranno le attività finalizzate a potenziare i prerequisiti matematici del piccolo "lettore". 

E' un libro per giocare insieme con l'adulto, non una semplice lettura. La storia del gufetto è rivolta al bambino, forma la cornice narrativa da cui partire ed è scritta interamente in rima baciata (personalmente in questo contesto non amo molto questa scelta), mentre il testo di ogni singola tavola illustrata si rivolge direttamente all'adulto suggerendo strategie e giochi per utilizzare al meglio le immagini riportate. 

Un ottimo strumento per la scuola d'infanzia, per i genitori e anche per le classi prime, oltre ad essere un valido aiuto per alcuni bambini o bambine con disturbi del neurosviluppo: noi lo stiamo utilizzando in quinta!






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